La parola inglese “overthinking” significa letteralmente “pensare troppo”. Quello dei pensieri ossessivi è un circolo vizioso che spesso lascia la persona preda dell’ansia, dello stress o addirittura della depressione. Se pensare è una capacità, farlo troppo può essere dannoso per la salute psico-fisica dell’individuo, specialmente quando i pensieri in questione sono ossessivi e negativi, non in grado di fornire soluzioni concrete.
Cos’è l’overthinking
L’overthinking di per sé non è necessariamente patologico, ma lo diventa quando i pensieri ricorrenti sono negativi e logoranti, tanto da avere un impatto sulla vita di tutti i giorni. Una persona che si ritrova, per esempio, a rimuginare costantemente su un fatto successo al lavoro o su una discussione con il partner, rischia di trascorrere l’intera giornata preda dello stress e dell’ansia causati dal seguire quel circolo di pensieri.
L’overthinking è positivo quando viene utilizzato per cercare di risolvere attivamente un problema. Ogni problema presenta una o più possibili soluzioni, ma spesso le persone intrappolate nell’overthinking patologico non se ne accorgono, e diventano prede dei loro stessi pensieri. Alcuni soggetti affetti da overthinking sviluppano dei veri e propri sintomi ossessivi che possono arrivare a fargli avere dei rituali come associare delle azioni a un determinato pensiero. Ad esempio, toccarsi il naso prima di un avvenimento importante come un colloquio di lavoro o un esame universitario.
Le caratteristiche di chi soffre di overthinking
Naturalmente, ogni persona è un individuo a sé e, di conseguenza, ogni storia ha dei tratti ben distinti dalle altre. Ci sono, però, delle caratteristiche che accomunano la maggior parte delle persone afflitte dall’overthinking.
- Avere il bisogno di tenere tutto sotto controllo. Nessuno di noi può avere il pieno controllo sulla propria vita. Non importa quanto duramente lavoriamo per cercare di riuscirci, ci sono determinati fattori che non possiamo controllare e che possono impattare, in maniera diversa, varie sfere della nostra esistenza. Le persone vittime dell’overthinking tendono a voler controllare ogni aspetto della propria vita, e magari anche di quelle altrui. Questo le spinge a pensare ossessivamente per analizzare in maniera dettagliata ogni problema o situazione.
- Ruminazione e rabbia. Chi rimugina spesso, solitamente è una persona che prova del risentimento, che manifesta attraverso la rabbia. Questo risentimento può avere un impatto sulla tipologia di rapporti interpersonali.
Alcune persone soffrono di overthinking per lunghi periodi della vita, mentre altre ne sono vittime solo durante periodi circoscritti, spesso associati a forte stress. Degli esempi possono essere tensioni in famiglia o sul lavoro, cambio di carriera, problemi di salute o finanziari, situazioni che richiedono ottime prestazioni come una promozione, un colloquio di lavoro o un esame universitario.
Smettere di pensare NON è la soluzione
La buona notizia è che è possibile liberarsi dei pensieri ossessivi e ricominciare a vivere una vita più equilibrata e serena. Questo porterà dei benefici in ogni sfera dell’esistenza della persona. Le filosofie orientali sostengono che il miglior modo per non liberarsi di un pensiero ossessivo è proprio il non pensare. Se vogliamo concentrarci su qualcosa, come per esempio studiare in vista di un esame importante, nonostante tutto l’impegno che possiamo metterci, dopo qualche minuto di studio ecco che ci distraiamo e pensiamo ad altro. Questo è normale, perché la nostra mente funziona così, se cerchi di focalizzarti su qualcosa, stai sicuro che presto ti distrarrai.
Quando, invece, proviamo a fare l’opposto, ovvero a non focalizzarci su qualcosa, ecco che la mente pensa costantemente a quel pensiero. Più ti dici di non voler pensare alla discussione che hai avuto con il tuo partner, più la tua mente ci torna. Smettere di pensare è un atto che crea, di per sé, attenzione. Ecco che, quando t’impegni per evitare un pensiero, in realtà nel tentativo di non pensarci già gli dedichi attenzione.
Consapevolezza: la chiave per dire addio all’overthinking
Partendo dal presupposto che i pensieri sono come nomadi che vagano nella nostra mente, dobbiamo essere consapevoli che non sono così importanti come s’impegnano per farci credere. La maggior parte delle persone, infatti, pensa che i propri pensieri siano la cosa più importante che esista, e magari che questi rispecchino la realtà assoluta. Ogni persona produce una media di 60.000 pensieri al giorno, ma la maggior parte di questi non serve proprio a niente. È importante imparare a osservare i pensieri, ad apprezzarli senza né condannarli né valutarli. La maggior parte delle persone ossessive ha un concetto totalizzante del male e del bene, uno è bianco e l’altro è nero, senza possibilità di grigio.
Nella realtà, però, le cose non stanno così. Ci sono decine di sfumature di grigio, ed è importante imparare a rendersene conto per capire che i pensieri bianchi, che per l’ossessivo rappresentano il bene assoluto, non sono necessari per il nostro benessere. La persona sente di dover fare questi pensieri “buoni” altrimenti si sentirà una brutta persona o gli capiterà qualcosa di spiacevole. Allo stesso modo l’ossessivo considera i pensieri neri, ovvero “cattivi”, come tutto ciò che c’è di malefico, qualcosa da evitare assolutamente per non essere una persona cattiva e non attirare tragedie. Il giudizio nasce nella visione totalizzante del bianco e del nero, e dev’essere eliminato. Prendere consapevolezza dei pensieri senza, appunto, giudicarli è un passo fondamentale per non dare loro importanza.
Consigli pratici per liberarsi dell’overthinking
- Tutti noi abbiamo sentito parlare della meditazione.
Ce ne sono varie tipologie, e puoi scegliere quella più adatta a te. La sua importanza risiede nell’aiutare la persona a concentrarsi sul “qui e ora”. La maggior parte delle persone soffre di overthinking perché rimugina su qualcosa che è già successo o si concentra su qualcosa che deve ancora accadere. Il passato, però, se n’è andato e il futuro deve ancora venire. L’individuo ha potere e controllo solo su questo preciso momento. Non è necessario disporre di grandi quantità di tempo per praticare la meditazione, puoi iniziare ritagliandoti dieci minuti al giorno e scegliendo un posto in cui ti senti bene, lontano da distrazioni.
- Fai attività fisica.
Anche in questo caso, non devi necessariamente dedicare ore e ore alla palestra. Camminare per andare al lavoro, specialmente se nella natura, può essere un inizio sufficiente. L’overthinking nasce dal fatto che la mente prende il sopravvento e l’ego ti convince che tutti quei pensieri siano importanti. L’attività fisica ti permette di non focalizzarti sui pensieri, bensì sul tuo corpo.
- Parla a voce alta.
Tenere dentro i pensieri, o cercare di rimuoverli, non è una soluzione per eliminarli. Buttali fuori. Puoi farlo tenendo un diario, oppure parlando ad alta voce. In questo modo, permetterai loro di uscire e di non rimanere bloccati dentro di te. I pensieri, trasformati in parole, risvegliano la tua consapevolezza e dicendoli ad alta voce spesso ti rendi conto di come certi pensieri, che apparivano così spaventosi o come certezze quand’erano nella tua mente, in realtà siano assurdi.